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Frattura della mandibola: cause e tipi di fissazioni

Frattura della mandibola: cause e tipi di fissazioni

Le fratture della mandibola possono riscontrarsi in varie sedi anatomicamente distinguibili in: sinfisi e parasinfisi (situate nella zona del mento), corpo (regione in cui alloggiano i denti posteriori), ramo, angolo , coronoide (regione alta della mandibola) ed il condilo mandibolare.

Quali sono le principali cause?

Solitamente, queste fratture sono provocate da traumi diretti sulla mandibola e sono determinate, in ordine di frequenza, da incidenti stradali, aggressioni, attività sportive o cadute accidentali

L’incidenza delle singole fratture mandibolari varia in relazione alla causa che le determina. Alcuni autori, infatti, hanno messo in correlazione la causa della frattura con la sua incidenza ideando un quadro riassuntivo che segue: 

Operazione frattura mandibolare: fissazione esterna e interna

Obiettivo fondamentale di ogni chirurgo maxillo-facciale davanti ad una situazione simile è quello di una restitutio ad integrum del segmento osseo fratturato. Questo, quando si rende necessario un intervento chirurgico, consiste, principalmente, nella riduzione e contenzione della frattura mandibolare, tramite trattamento chirurgico (eseguito in anestesia generale).

Quando si parla di intervento alla mandibola, si intende un’operazione di osteosintesi, dove con questo termine viene indicata, appunto, la fissazione dei segmenti ossei di frattura. 

Si possono distinguere due tipi di fissazione: quella esterna e quella interna.

  • Fissazione esterna: questo tipo di intervento alla mandibola viene effettuato attraverso l’uso di mezzi di sintesi che arrivano all’osso attraverso piccolissime incisioni cutanee (fissatori esterni) e sono ad esclusivo appannaggio delle fratture del condilo mandibolare;
  • Fissazione interna: quest’altro tipo di intervento alla mandibola, invece, viene praticato effettuando piccole incisioni solo all’interno del cavo orale in modo tale da non renderle visibili.  Dopo aver riposizionato i frammenti ossei la frattura viene “immobilizzata” (contenuta) mediante delle viti e delle mini placche di osteosintesi in titanio adese all’osso fratturato e, successivamente, ricoperte con i tessuti molli incisi in precedenza.

Placche e viti in titanio: perché preferire questi mezzi di sintesi

L’utilizzo delle placche di osteosintesi e relative viti in titanio (vista la perfetta biocompatibilità di questo materiale) permette di non dover rimuovere i mezzi di sintesi quando la frattura sarà consolidata.

Allo stesso tempo, la loro presenza, non influirà sulla regolare esecuzione di accertamenti diagnostici quali Rx, Tc, risonanza magnetica od ortopanoramica.

Agli albori della chirurgia maxillo facciale i pazienti venivano sottoposti a bloccaggio intermascellare (denti stretti) per 20/40 giorni ma oggigiorno, grazie a questi nuovi mezzi di sintesi, il paziente potrà, immediatamente dopo l’intervento, mangiare, parlare e tornare alla sua vita pre trauma.

In questo VIDEO, il Dottor Fabio Filiaci spiegherà più precisamente il procedimento dell’intervento alla mandibola tramite le placche da ricostruttiva (Placche di dimensioni più importanti rispetto a quelle generalmente utilizzate nella contenzione delle normali fratture mandibolari. Queste, tuttavia, permettono la ricostruzione anche di mandibole dalle dimensioni estremamente ridotte o con fratture multiple ed importanti). 

Fabio Filiaci
Articolo pubblicato da:
Fabio Filiaci
Laureato nel 2003 in Medicina e Chirurgia presso La Sapienza Università di Roma, si è in seguito specializzato in Chirurgia Maxillo-Facciale con una tesi sulle malformazioni maxillo-facciali e i disturbi respiratori del sonno.
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