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Disturbi del sonno: tipologie e possibili rimedi

Disturbi del sonno: tipologie e possibili rimedi

Dormire: una cosa così piacevole ma, allo stesso tempo, così delicata. Dormire bene è fondamentale per la salute e il benessere di ogni individuo, quasi al pari del cibo o dell’acqua. 

Ma quand’è che si può dire di aver dormito davvero bene? Per rispondere a questa domanda c’è bisogno di prendere in considerazione le due variabili principali del sonno: la quantità e la qualità.

Quanto e come si dovrebbe dormire?

Per quanto riguarda la prima variabile, è scientificamente provato che, per evitare l’insorgenza di alcune patologie come ipertensione,  cardiopatie, depressione e obesità, per esempio, c’è bisogno di un numero standard di ore di sonno da effettuare a notte.

Queste potranno anche variare in base alla fascia d’età in cui ci si trova ma, in linea di massima, 7-8 ore a notte è la quantità di sonno di cui il nostro corpo ha bisogno ogni giorno

E se vi dicessimo che non basta rispettare i numeri?

Effettivamente, il sonno fine a se stesso, iniziato e terminato dopo 7-8 ore può essere utile, ma c’è un altro meccanismo che subentra, al quale forse non tutti prestano attenzione e cioè la qualità del sonno. Il nostro organismo, soggetto quotidianamente a stress sia di tipo ambientale che psicologico, ha bisogno di staccare letteralmente la spina.

Immaginiamo il nostro corpo come uno smartphone: ogni giorno a fine giornata, reduce dalla sua routine di tutti i giorni e consapevole di aver assolto (più o meno) tutti i suoi doveri, ha bisogno di attaccarsi a quel cavo legato alla presa della corrente e di essere riposto sul comodino fino al giorno successivo. Fermo, al buio e lontano da ogni azione o distrazione. 

I cicli del sonno

Tutto parte da qualità e quantità di sonno che, in un gioco di sogni e rilassamento muscolare e mentale, si intrecciano e si susseguono in modo ciclico e costante, dando vita alla fase REM e NREM.  

La fase NREM (non-REM, priva di movimenti oculari rapidi) occupa il 75% del sonno a notte e si suddivide, sommariamente, in 3 stadi:

  • Addormentamento
  • Sonno leggero
  • Sonno profondo

In questa fase il corpo gode del suo momento di massimo relax e ristoro, è in un vero e proprio stato vegetativo di quiete nel quale viene prodotto l’ormone della crescita (GH), viene attivata la sintesi proteica, la funzione immunitaria, e vengono “archiviati” i ricordi (a lungo termine).

La fase REM (Rapid Eye Movement, così chiamata per la presenza di rapidi movimenti oculari), invece, occupa il restante 25% del sonno totale, in cui si producono gran parte dei sogni e in cui vengono elaborate e immagazzinate le informazioni ricevute durante la giornata, consolidando la memoria. 

Da tutto questo ne deriva il fatto che, affinché un sonno sia realmente riposante e ristoratore, è necessario che durata e qualità delle diverse fasi cicliche del sonno siano rispettate. 

Nel caso in cui questi processi naturali e quotidiani dovessero subire qualche cambiamento o irregolarità, si parla di disturbi del sonno. 

Tipologie dei vari disturbi

La nuova Medicina del Sonno ha codificato nuovi disturbi specifici del sonno, i più conosciuti sono:

Sindrome delle Apnee/Ipopnee Ostruttive del sonno (OSHAS): le persone affette da questo disturbo, a causa di un collasso delle vie aeree superiori, vivono frequenti episodi di blocco respiratorio durante la notte;

Russamento, può essere di varie tipologie, primario, benigno, parafisiologico, patologico, semplice, ma in tutti i casi si tratta dell’emissione di suoni fischianti o inspiratori durante la notte;

Bruxismo notturno: digrignamento rumoroso e involontario dei denti tra l’arcata superiore e quella inferiore che porta ad una sempre più evidente usura di questi ultimi nel tempo, possibili dolori alla mandibola o alla testa ed alle orecchie;

Sindrome delle gambe senza riposo: si manifesta con una perenne sensazione di irrequietezza alle gambe che pregiudica direttamente l’inizio del sonno;

Insonnia: Difficoltà episodica o cronica a prendere sonno o a dormire per molte ore consecutive. Può pregiudicare i livelli di concentrazione e di attenzione della giornata successiva;

Epilessia notturna: si presenta con attacchi e crisi motorie notturne di cui, spesso, non se ne ha neanche memoria;

Sonnambulismo (frequente soprattutto nei bambini): insorge nella fase NREM e in questa fase il sonnambulo vaga, privo di capacità di giudizio, in uno stato di alterata coscienza;

Narcolessia: patologia neurologica che ha come segno distintivo un’eccessiva sonnolenza diurna (attacchi di sonno incontrollabili).

Cause e conseguenze del sonno disturbato 

Ogni patologia o malattia presenterà sempre un elenco (più o meno ampio) di fattori di rischio che espongono maggiormente il paziente alla possibile comparsa. In particolare,i fattori di rischio che influiscono sul buon riposo sono:  

Obesità, età, sesso, familiarità (fattori genetici), fattori ambientali (fumo, alcol, irritanti, farmaci, caffeina), fattori anatomici locali (del setto nasale, della zona retropalatale, ostruzioni nasali – rinofaringee, dimorfismi cranio-facciali).

Esistono, inoltre, anche delle patologie associate che comportano alterazioni del normale riposo notturno: le patologie cardiovascolari, il diabete mellito II, la patologia da reflusso gastro-esofageo (GERD), l’epilessia associata a problemi neurologici.

Conseguenze?
  • Astenia, quindi assenza di forze e di energia durante la giornata seguente;
  • Disturbi dell’attenzione e della concentrazione;
  • Eccessiva sonnolenza diurna;
  • Disturbo dell’umore e predisposizione all’irritabilità;
  • Si può soffrire di ansia e depressione.

Come combattere i disturbi del sonno 

È nel momento in cui tutti questi disturbi pregiudicano in modo significativo la qualità della vita che bisogna realmente agire. 

Naturali (Igiene del sonno): oltre al possibile utilizzo di sostanze naturali come valeriana, melatonina, passiflora, magnesio e lavanda, esistono altri consigli pratici da seguire quotidianamente. Per esempio:

  • andare a letto e svegliarsi sempre alla stessa ora; 
  • non praticare attività fisica prima di coricarsi; 
  • usare il letto solo per dormire; 
  • non assumere più caffeina o altri eccitanti 7 ore prima di dormire; 
  • preferire un libro alla TV; 
  • dormire in assenza di qualsiasi tipo di luce (anche piccoli led); 
  • riposare ad una temperatura di 20-21º massimo; 
  • non guardare schermi 90 minuti prima di andare a dormire.
  • Farmacologici: rimedio da prendere in considerazione esclusivamente a seguito di un consulto con il proprio medico di cura se il problema dovesse persistere.
  • Chirurgici: qualora i disturbi del sonno fossero generati da problematiche respiratorie, le soluzioni chirurgiche sono le più utilizzate per ripristinare una corretta respirazione e migliorare, di conseguenza la qualità del sonno rientrano, ovviamente in casi selezionati:
  • La chirurgia nasale, con gli interventi di settoplastica e turbinoplastica;
  • La chirurgia del palato, che permette, inoltre di eliminare il russamento.

Se il vostro partner si lamenta del vostro russare, se il vostro compagno di letto ha notato delle apnee, se durante la notte vi svegliate di soprassalto con la sensazione di non respirare o se al mattino vi svegliate stanchi anche dopo 8 ore di sonno, è bene consultare uno specialista dei disturbi del sonno.

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Fabio Filiaci
Articolo pubblicato da:
Fabio Filiaci
Laureato nel 2003 in Medicina e Chirurgia presso La Sapienza Università di Roma, si è in seguito specializzato in Chirurgia Maxillo-Facciale con una tesi sulle malformazioni maxillo-facciali e i disturbi respiratori del sonno.
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