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Interventi di Chirurgia Traumatologica

Fratture del mascellare – Le Fort I – II – III

Durata: 1/3 Ore
Riposo: 30/60 Giorni

Cosa sono le fratture del mascellare?

Con il termine “fratture del mascellare” o dei “mascellari”, si definiscono le patologie esclusivamente traumatiche del massiccio facciale riferite al mascellare superiore.

Nel 1901 Renè le Fort, luminare e già professore di chirurgia pediatrica ed ortopedica, pubblicò il trattato “Étude expérimentale sur les fractures de la mâchoire supérieure” ovvero “Studio sperimentale delle fratture della mascella superiore” in cui determinò che i modelli prevedibili di fratture del mascellare erano il risultato di tipologie ben definite di lesioni e che interessavano principalmente, esclusi i casi particolari e di fracasso facciale, tre pilastri di resistenza: pilastro anteriore, medio e posteriore.

  • Pilastro di resistenza anteriore: dalla regione del canino anteriore alla parete laterale della fossa nasale, alla branca montante del mascellare fino all’apofisi orbitaria del frontale;
  • Pilastro di resistenza medio: dal primo molare all’apofisi del mascellare; poi si divide sia proseguendo lungo il processo orbitario del malare e frontale, sia orizzontalmente lungo l’arco zigomatico;
  • Pilastro di resistenza posteriore: dal secondo molare fino all’incisura pterigoide
Pilastri di resistenza facciale

Fratture di Le Fort

Oggigiorno quindi si parla di fratture tipo le Fort I – II – III. Vediamole nel dettaglio

Frattura di Le Fort I

Le fratture del mascellare immediatamente sopra l’arcata dentale superiore.

Le linee di frattura interessano il pilastro di resistenza anteriore quindi la parte inferiore del setto nasale, l’apertura piriforme e tutta la parte anteriore del mascellare.

La frattura di tipo Le Fort I comporta il completo distaccamento del mascellare superiore.

Frattura di Le Fort 1

Frattura di Le Fort II

Le fratture delle strutture fronto-nasali e mascellari.

Interessano il pilastro di resistenza medio quindi sutura fronto-nasale, il processo frontale dell’osso mascellare, l’osso lacrimale, il pavimento orbitario, il margine orbitario, la parete anteriore del seno mascellare, la sutura maxillo-zigomatica, la fessura pterigo-mascellare e i processi pterigoidei.

In una frattura tipo Le Fort II si assiste al completo distaccamento, ed in un blocco unico, di naso e dell’arcata mascellare superiore.

Frattura di Le Fort 2

Frattura di Le Fort III

Le fratture combinate delle strutture mascellari e nasali frontali, medie e posteriori.

La linea di frattura frontale interessa la sutura fronto-nasale e fronto-mascellare, la parete mediale dell’orbita, il solco nasolacrimale, l’etmoide, il pavimento e la parete laterale dell’orbita, la sutura zigomatico-frontale e l’arco Zigomatico. La linea di frattura interessa posteriormente la lamina perpendicolare dell’etmoide, il vomere e processi pterigoidei.

In una frattura di tipo Le Fort III si assiste ad un vero e proprio distacco craniofacciale (distacco del terzo medio).

Fratture Le Fort 3

Le fratture tipo Le Fort vengono classificate come fratture Orizzontali, in quanto lo studio del Professor Le Fort non considerava le linee di frattura Verticali.

Diagnosi

La diagnosi di una frattura tipo Le Fort si esegue con l’utilizzo della Tc Cone Beam e grazie alle usuali tecniche di palpazione.

La Tc Cone Beam è una innovativa metodica di diagnostica computerizzata che utilizza radiazioni molto più basse di una tradizionale TC. Inoltre, software integrati, permettono ai fini della valutazione generale del caso clinico, la fedele riproduzione in 3D delle eventuali riduzioni da praticare.La diagnosi tramite palpazione di una frattura tipo Le Fort prevede l’individuazione e classificazione delle linee di frattura e constata il distaccamento e conseguente movimento sull’asse orizzontale dei complessi ossei coinvolti.

Intervento

Un intervento di riduzione di frattura tipo Le Fort prevede le tre classiche fasi di esposizione, riduzione e contenzione della frattura.

L’intervento, dopo l’opportuna diagnosi, viene effettuato in anestesia totale, la durata è strettamente correlata alla tipologia di frattura da contenere. Mediamente occorrono da 1 ora per una Le Fort I alle 2/3 ore per un intervento di riduzione di frattura tipo Le Fort III.

Dopo aver effettuato le opportune incisioni, intraorali, al volto od al cranio (sulla base della tipologia di frattura diagnosticata) ed allo scollamento dei tessuti e delle parti molli coinvolte, il chirurgo provvede all’esposizione dell’intera frattura e al riposizionamento nella giusta sede dei frammenti ossei.

Il trattamento prosegue con la stabilizzazione tramite mini-placche e viti ed alla sutura con fili chirurgici riassorbibili per gli accessi orali e con fili non riassorbibili per i tessuti esterni.

Degenza e Post Operatorio

La riduzione di una frattura tipo Le Fort prevede un periodo di degenza che dura generalmente 2/3 giorni mentre la convalescenza postoperatoria dura mediamente 30/60 giorni nei quali si assisterà al graduale sgonfiamento del volto ed alla scomparsa di eventuali ecchimosi formatesi dopo l’intervento.

Ricordiamo che il gonfiore è una reazione assolutamente personale e quindi non è possibile prevederlo, tuttavia in queste tipologie di intervento è spesso presente.

Grazie alle terapie analgesiche prescritte, la sintomatologia dolorosa è comunque molto ridotta mentre il gonfiore si assorbirà nell’arco di 2/3 settimane ma perché i tessuti tornino perfetti, come mai operati, occorrerà qualche mese.

Generalmente il paziente è tenuto ad evitare cibi duri e/o croccanti in modo da non sollecitare gli apparati ossei (soprattutto il mascellare e la mandibola) ed a seguire una dieta “liquida” nei primi giorni e “morbida” nei 2 mesi successivi.

Orientativamente dopo 60 giorni si può tornare alla normale alimentazione. Le raccomandazioni sono quelle della totale astinenza da qualsiasi attività sportiva, e non esporre la pelle ai raggi solari diretti.

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